ELEZIONI, LA MANOVRA EVERSIVA VA CORRETTA di Mario Adinolfi A Radio24 ieri sera spiegavo a Cruciani e Parenzo che alcuni passaggi puzzano d’eversione: perché Mattarella ha sciolto immediatamente le Camere il 22 luglio senza alcuna verifica della possibile sussistenza di una maggioranza parlamentare alternativa, come ha fatto in tutte le altre crisi? Perché dunque non si è speso tempo per le conseguenti consultazioni dei partiti al Quirinale? Perché il Consiglio dei ministri ha scelto la data del 25 settembre quando poteva tranquillamente far tenere le elezioni a ottobre? La risposta a mio avviso è chiara: milioni di italiani dopo lo spettacolo osceno di questa legislatura non voteranno per i partiti che ne sono stati protagonisti, ma sceglieranno forze alternative. Costringendo a un folle meccanismo burocratico che prevede la consegna dei simboli al Viminale il 12 agosto e quella di sessantamila firme certificate il 22 agosto, meccanismo a cui sono obbligate solo le forze che non hanno i gruppi parlamentari costituiti in Camera e Senato, si è voluto impedire che quei milioni di italiani trovassero una casa politica a cui affidare il loro voto. Non conoscono la determinazione di noi di Alternativa per l’Italia: raccoglieremo le firme anche a Ferragosto. In radio ieri ho citato anche le altre forze che unitariamente chiedono al Capo dello Stato di usare la sua moral suasion per convincere il governo, su proposta del ministro dell’Interno, a varare immediatamente un decreto che riduca almeno a un terzo (250) le 750 firme certificate per collegio necessarie per presentarsi. Anche così noi di APLI saremo costretti a raccogliere decine di migliaia di firme per essere certi di presentarci in ogni collegio d’Italia, mentre i partiti della legislatura più oscena non dovranno raccogliere neanche una singola firma. L’ingiustizia sarà comunque evidente, ma almeno la presidenza della Repubblica dimostrerà di avere a cuore la propria funzione di regolatrice imparziale del gioco democratico e di custode dei valori della Costituzione, che non regala diritti eversivi di primazia ad alcuni partiti rispetto ad altri. L’equità del gioco democratico oggi è stravolta da passaggi poco limpidi. Si ripristini subito la correttezza delle procedure d’accesso ad esso con un decreto elezioni 2022 che riequilibri almeno parzialmente le disparità e le storture.